Il termine
Apocalisse credo che possa essere il concetto di partenza per poter affrontare
questo dialogo che ho iniziato con me stesso e con chi amo.
Per millenni
si è cavalcata la definizione di Apocalisse come quella di Giudizio Universale,
come tempo in cui ci sarà la resa dei conti. Ho la sensazione che questa resa
dei conti sia stata usata in ogni epoca come strumento coercitivo e di
sottomissione.
Da qualche anno è iniziata a girare la traduzione corretta di Apocalisse non
come Giudizio Universale, ma come “Rivelazione” e anche qui le manipolazioni e
le mistificazioni sono copiose e chi le alimenta, spesso si esprime con
moniti di questo tipo: "Si riveleranno le verità e chi dovrà pagare, pagherà!"
Questi pensieri in qualche forma portano con sé un'immagine che si avvicina a mio parere più al concetto di: "Giustizialismo" e seguendo la musicalità della parola mi risuona come composta da giustizia e giornalismo, come a dire la giustizia che vi si propina attraverso un modo di vedere il mondo funzionale a chi ha certi interessi.
Per cercare di capirci qualcosa in più, ho osservato la carta del Giudizio dei Tarocchi
e tutto ci ho visto, tranne che una forma di punizione: non ho visto dita
puntate verso nessuno, ma solo una mano aperta dell’angelo ad indicare verso il
basso un tre nella direzione dell’essere celeste che risorge, tra l’uomo e la
donna nudi.
Allora mi è ritornato il pensiero sulla definizione di Apocalisse come Rivelazione,
con la domanda: ma chi o cosa si rivela?
Siamo in un’epoca in cui il bisogno di mostrarsi è potentissimo e per forza di
cose attira una forma costante di giudizio esterno e di sicuro anche interiore.
Se mi mostro fuori, è perché ho capito bene chi sono dentro?
Cosa sto cercando veramente quando ho esigenza di farmi vedere fuori, al mondo
esterno?
Se giudico chi si mostra, cosa mi sta muovendo nel farlo?
Sono tante
domande e molte di più me ne vengono in mente.
Ciò che ora
sento in modo forte venire fuori, è che il giudizio non prevede nessun atto di
amore, e si vive in due direzioni differenti.
La prima, quando giudichiamo ci mette in una
condizione di apparente superiorità verso gli altri e verso certe situazioni ed è
un atteggiamento che ci pone su un piedistallo. Ma sopra questo piedistallo siamo anche su un piano
più evoluto? Potrebbe essere invece che ci troviamo solo in una condizione di
difficoltà e quando ci troviamo a giudicare qualcuno per i suoi atteggiamenti,
stiamo evidenziando delle nostre sofferenze che non abbiamo ancora il coraggio di
vedere fino in fondo?
La seconda invece, quando veniamo giudicati, ci mette in condizione di vivere sulla nostra pelle e nella
nostra vita il giudizio degli altri come una forma di punizione, di castrazione
e di violenza.
Perché mi sono messo in questa condizione?
Perché mi è in qualche modo utile attirare su di me tutta questa durezza?
Queste
riflessioni mi hanno portato a sentire quasi in modo fisico che il Giudizio è
la parte oscura della Rivelazione.
Rivelarsi significa scoprire, togliere un velo, vedere la vera essenza delle
cose e non presuppone un giudizio, anzi tiri su il velo e vedi la verità davanti
ai tuoi occhi. Sei tu che riveli con una azione, ma questa parola mi rimanda
anche un’immagine poetica per certi versi: ri-vela-azione come ri-azionare le
vele per andare verso noi stessi o i nostri desideri.
Le ultime
carte dei Tarocchi di Marsiglia mostrano dalla Stella in poi, che è la carta
numero 17, tutte figure che non hanno paura di mettersi a nudo e lo vediamo
nella Luna la numero 18, in cui i cani sono a pelle nuda e potrebbero
richiamare la nostra natura istintiva, per poi passare nel Sole la 19, dove due
uomini nudi risalendo dalle acque accogliendosi, accolgono anche la propria
natura umana, per passare poi nel Giudizio la 20, in cui si accoglie in questo
matrimonio tra maschile e femminile la propria natura spirituale e si passa
infine nel Mondo la 21, dove la donna in tutta la sua sacralità conosce
profondamente se stessa e danzando, porta e diventa porta per condurre
l’Universo sulla Terra.
Tutte carte, con delle figure che non hanno timore a mostrare la propria
nudità, come a voler sottolineare che la vera evoluzione passa attraverso la
consapevolezza che è fondamentale non aver paura di riuscire a vedere e mostrare noi
stessi per come veramente siamo.
Ciò che però
mi stonava era la parola “Il Giudizio” nella carta dei Tarocchi, perché mi sono reso conto che dopo tutto
questo flusso di pensieri che mi era venuto fuori, ci fosse poi qualcosa che in questa antica
sapienza non mi risuonava. Ma la mia voce interiore mi diceva di guardare bene e
lasciare che tutto si manifestasse in modo più chiaro. Ho rivisto la carta e mi
sono soffermato sul nome che è scritto in un francese probabilmente arcaico: la carta si chiama “LE ˑ IUGEMENT”. Mi si è accesa la
lampadina che ha dato forza al mio pensiero e mi è apparso chiaro che fosse
scritto: “IL GIUDICE MENTE”, non contento, sono andato a controllare sul
dizionario ed effettivamente in francese “le jugement” significa giudizio, ma “le
juge” significa “giudice” e “ment” è la terza persona singolare del verbo mentire e si traduce in
“mente”.
Con questo,
sento che forse posso fermarmi qui, ma vorrei solo aggiungere quanto è
importante non fermarsi mai all’apparenza delle cose e che le verità sono
davanti ai nostri occhi sempre.
Vorrei
ringraziare con profonda riconoscenza l’energia degli Arcangeli, che
manifestandosi nella mia vita, mi hanno permesso di sollevare tanti veli che,
in qualche modo, mi stanno conducendo a tratti anche con difficoltà, a vedere
la mia vera natura e a comprendere con sempre maggiore consapevolezza che i
desideri sono già parte di noi e che la loro manifestazione, è solo un
accogliere sé stessi e conoscersi sempre meglio.
Infine vorrei ringraziare la
donna speciale che è al mio fianco, perché nel nostro camminare insieme, mi
aiuta giorno per giorno a sollevare tanti veli e a rivelare tanta luce nuova.
Tanta
Rivelazione a tutti voi!