Il gatto, il giaguaro e la vita che si sono scelti.

 


Il gatto dice al giaguaro: "Cosa ci ho guadagnato e cosa ci ho rimesso nel ritrovarmi a vivere comodamente in casa, servito e riverito, rispetto a te, che se non ti sei fatto prendere e mettere in gabbia, vivi libero e felice nella giungla?"

Il giaguaro gli risponde quasi controvoglia, dopo una torrida giornata: "Dici libero e felice nella giungla? Sì, quando la pancia è piena e il sole tramonta di sicuro mi sento felice, ma libero non sempre, qui non si può mai abbassare la guardia, neanche il leone può farlo. Forse sei tu quello più libero tra i due, hai il tuo mondo racchiuso dentro le mura della casa e c'è chi ti sfama e ti pulisce". Il gatto stiracchiandosi un po' indolente gli risponde: "Sì, ma io il tramonto lo vedo solo dal vetro della finestra e raramente dal balconcino, attraverso la ringhiera. La cosa più avventurosa che mi sia capitata oggi, è stato il combattimento con una mosca che si è permessa di assaltare il mio castello e l'ombra delle tapparelle abbassate, che si proietta vibrando sul mobile del soggiorno".

I due felini ora guardano di fronte a loro, come se stessero pensando a quello che l'altro ha raccontato, cercando di capire anche il perché si siano trovati a parlare delle loro vite.
Stranamente, forse per noi, ma per i felini potrebbe essere normale, una delle sette vite del gatto e del giaguaro viene fuori dai loro corpi e si proietta per un po' nella vita dell'altro.

"Ma secondo te è possibile che io mi sposti un po' nella tua casa quando ho bisogno di tranquillità e tu nella mia foresta quando hai necessità di azione?" chiede lo spirito del giaguaro al gatto, che prendendosi giusto un secondo, che per i gatti nella nostra percezione umana dura più di un minuto, gli risponde: "Io mi ricordo di un tempo in cui correvo veloce per i campi, ero felice, fino a quando non mi sono accorto di essere diventato una preda. Ero una lepre inconsapevole e veloce e all'incontro con le zanne affamate di un lupo, ho sperimentato una diversa velocità e una forza nuova, che mi hanno insegnato un livello di felicità più elevato, derivante dalla gioia di essere viva, dopo aver saltato veloce ed essermi messa in salvo".

"Ma questa piscinetta di sabbia a cosa ti serve? La trovo particolarmente scomoda per dormirci e ha un odore davvero sgradevole" dice il giaguaro che trovandoci poi dentro uno dei resti digeriti e rilasciati dal gatto, comprende da solo e con il viso schifato si sposta in cucina con molta difficoltà, sbattendo ovunque per la sua mole non proprio da appartamento e guardandosi in giro continua: "Direi che non è un caso che io stia nella giungla e tu qua, qualcuno deve pur insegnare a questi umani qualcosa che li riporti a risvegliare la loro natura selvaggia e sopita, io non potrei, mi infastidisco subito e passo alle maniere forti, tu invece sei il giusto compromesso".

Il gatto ora un po' più rincuorato risponde: "Pensi che sotto sotto, noi gatti siamo una sorta di benedizione per i nostri amici umani?".

Il giaguaro ora con occhi seri dice: "A parte qualcuno che si diverte a giocare con i leoni e le tigri nei circhi e spesso fa una brutta fine, con voi al massimo si possono beccare un morso e qualche graffio, che di sicuro non li ammazza e ti dirò di più, forse lì risveglia dal torpore della loro vita tanto strutturata in regole e leggi poco naturali".

Quindi il saggio gatto guardando negli occhi l'amico giaguaro gli dice: "La nostalgia e il desiderio che ogni tanto ci viene guardando le vite degli altri, sono solo fughe da momenti di solitudine o illusioni. Tu sei nella savana e anche qui con me ora e questo mi ha ridato tanta energia selvaggia e ricordato il profumo del vento al tramonto. Forse anche questo possiamo trasmetterlo a chi vogliamo bene e si prende cura di noi".

Il giaguaro ritornando nel salone gli risponde: "Basta che si spostino fuori, come abbiamo fatto noi, comprendendo che hanno molto più di sette vite in loro e invece in tanti si ostinano a voler vedere il mondo solo attraverso una, la più limitata". 

Il gatto mentre si gratta la schiena sull'immenso baobab gli dice: "Che poi non è neanche uno spostarsi fuori, ma scoprire quanto si è larghi dentro e attraverso questo, come stiamo facendo noi, andarsi a prendere tutto ciò che ci piace e ci rende felici.
Amico mio, grazie di questo viaggio e di questa condivisione, io ora devo fare questo grosso sacrificio a spostarmi in cucina per procacciarmi il cibo dalla scodella piena".

Il giaguaro ridendo dell'umorismo del gatto lo saluta così: "Buon appetito amico mio, io mi preparo a gustarmi l'avventura del pasto a sorpresa, che potrebbe anche significare mangiare tra una settimana" e rientrando nel suo corpo si accuccia dietro un albero altissimo e scruta l'orizzonte che accoglie l'arrivo della notte e il profumo piacevole portato dal vento, li accomuna in uno sguardo affettuoso, carico di bellezza e amore per la vita che si sono scelti.

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